Costoso. Si. Ma rispondo sempre: non fumo, bevo poco, non vado a ballare e non frequento locali a pagamento. Quindi posso permettemi di avere un vizio. Uno solo: la fotografia analogica nell'era del digitale.
Ho iniziato a fare foto fin da giovanissima, sono cresciuta con le macchine a rullino, con il fascino dell'attesa, aspettando almeno una settimana per poter aprire il malloppo di foto portate a sviluppare.
Quallo che mi affascina è come cambi il senso del tempo tra l'analogico e il digitale, nella frenesia del tutto subito e dell'iper-controllo, ho scoperto che è più affascinante il principio della casualità. L'idea di ritrovare nel malloppo di foto stampate uno scatto che non ci ricordavamo di aver fatto o che ci sorprende, per essere riuscito così diverso da ciò che ci aspettavamo, mi affascina ogni giorno di più.
La lomografia è un particolare approccio all'arte della fotografia, riassumibile nel motto «non pensare, scatta!» e caratterizzato dall'impiego di una macchina fotografica 35 mm compatta, la LOMO.
Nel corso degli anni novanta e duemila ha assunto le dimensioni di fenomeno di moda e di culto a livello mondiale.
Nel 1991 due giovani
studenti viennesi visitano Praga. Durante questo viaggio scoprirono la
LOMO, una macchina fotografica completamente meccanica progettata e
prodotta in Russia da una società specializzata in strumenti ottici per
l'esercito. In solo pochi anni riuscirono, non solo a diffondere questa
macchina in tutto mondo ma anche a creare un nuovo modo di fotografare.
Come hanno fatto? Genialità, strategia, colpo di fortuna, entusiasmo,
essere stati nel posto giusto con l'idea giusta nel momento giusto,
determinazione ? Sicuramente l'insieme di tutti questi fattori ha
contribuito alla trasformazione di una macchina fotografica progettata
come oggetto di massa per un popolo socialista, in un oggetto di culto per
il mondo capitalista. Per comprendere questo fenomeno bisogna conoscere la
mitica storia di questa macchinetta particolare. Il fenomeno Lomografico
iniziò nel lontano 1982, in una mattina invernale, ma soleggiata, nella
città di S. Pietroburgo. Il generale Igor Petrowitsch Kornitzky, un
fanatico della fotografia e il numero due del Ministro in carica per la
Difesa e l'Industria nell'unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche,
sbattè una piccola mini-camera giapponese dotata di lenti di vetro,
estremamente sensibili alla luce, e robusta nella sua fattura, sul tavolo
del suo compagno Michail Panfilowitsch Panfiloff, amministratore delegato
di una potente società russa, conosciuta con il nome Lomo, specializzata
nella produzione di armi e lenti ottiche. Panfiloff aveva il compito
preciso di ridefinire il disegno della macchina e di produrla in grande
quantità per il beneficio e la glorificazione del popolo sovietico. Ogni
rispettabile comunista avrebbe dovuto avere una propria Lomo automatica ed
ogni cittadino avrebbe dovuto usare questa compact camera per fornire
un'appropriata documentazione del glorioso stile di vita sovietico.
Milioni di macchine fotografiche furono immediatamente prodotte e vendute.
I sovietici e i loro compagni socialisti in Vietnam, a Cuba e nell'Est
della Germania utilizzarono la macchina documentando gli anni Ottanta e
l'ultimo sospiro del comunismo. Nel 1991 viene scoperta da Matthias e
Wolfgang, i due studenti che poco tempo dopo questa scoperta decidono di
lasciare i loro studi e dedicarsi completamente al mondo LOMO.I due
ragazzi rimangono affascinati dalla straordinarietà della loro LOMO, in
grado di riprodurre colori brillanti per mezzo di lenti speciali capaci
anche di realizzare riprese notturne senza flash: scoprono un nuovo modo
di catturare la realtà. Una volta tornati a Vienna, l'entusiasmo di
Matthias e Wolfgang per le fotografie ottenute con la loro LOMO contagia
altri studenti, amici e artisti e li porta ad inventare un nuovo modo di
fotografare: catturare attimi di vita senza guardare attraverso
l'obiettivo. Il passo successivo sono delle spedizioni in Russia, durante
le quali acquistano e portano clandestinamente in Austria zaini pieni di
LOMO. In poco tempo il fenomeno si diffonde velocemente al punto che
Matthias e Wolfgang decidono di fondare la LOMOGRAPHIC SOCIETY, in grado
di mantenere un rapporto dinamico con la società di San Pietroburgo dove
la LOMO camera viene prodotta. Ma con la caduta dell'Unione Sovietica la
"Leningràdskoe Optico Mechanischèskoe Objedienieine"
(Sindacato degli Ottici e dei Meccanici di Leningrado), estensione
dell'acronimo LOMO, viene privatizzata e viene preferito un piano
produttivo a favore d'apparecchiature scientifiche e militare mettendo in
pericolo il posto di lavoro di centinaia di operai che ogni giorno
assemblano manualmente i più di 400 pezzi che servono per creare una LOMO
camera. Matthias e Wolfgang riescono a scongiurare tale pericolo facendo
aumentare la richiesta delle LOMO.Era una sfida: bisognava trovare un
metodo per diffondere queste macchine in meno tempo possibile per far
crescere la vendita. In tutto il mondo si creano ambasciate Lomografiche
che diffusero, attraverso mostre, feste ed eventi, questo nuovo modo di
catturare la realtà. Una squadra d'austriaci parte per St.Pietroburgo per
convincere i dirigenti dell'azienda Lomo e il sindaco (che allora era
Vladimir Putin) di ricominciare la produzione della LC-A Lomo Compact
Camera visto che la richiesta era in continuo aumento. La sfida era vinta,
fu celebrata una grande festa con più di 150 lomografi allegri e
scatenati venuti da varie parti del mondo a St.Pietroburgo per questa
occasione. Il nuovo fenomeno giunge a dimensioni mai immaginate: in
America, Giappone, Germania, Inghilterra, Spagna, Austria, Svizzera si
scattano fotografie senza guardare attraverso l'obiettivo per non perdere
la magia di momenti che si stanno vivendo e perchè la vita reale non si
concretizza in pose perfette.Il primo congresso mondiale LOMO si svolse a
Madrid nel 1997. In questa occasione si potè ammirare il più grande
muro-Lomografico mai realizzato, un puzzle di migliaia di
fotografie, di ben 150 metri x 2. Numerose partecipazioni a fiere, come la
Photokina a Colonia nel 1996 e nel 1998, alla biennale di Venezia, i
giochi " LomOlymPics " nel 2001, contribuirono ad aumentare la
popolarità della piccola, pratica macchinetta russa. Lomografare non é
solo un nuovo modo di fotografare ma anche un nuovo modo di comunicare. Il
principio più importante della filosofia LOMO è senz'altro lo scambio
d'idee ed esperienze, ci sono in tutto il mondo gli ambasciatori LOMO con
il compito di diffondere e divulgare questa idea, anche attraverso siti
Internet; in questo modo gli utilizzatori della LOMO hanno l'opportunità
di mostrare a tutti le loro creazioni a volte bizzarre. La LOMO ha causato una rivoluzione nel mondo della
fotografia; quasi zen nel fotografare "Don't think, just shoot
", la libertà di tenere la LOMO in qualsiasi posizione, prolungando
insieme al tuo braccio il tuo occhio e la tua mente, ti consente di
scattare immagini inattese.
(fonte - http://www.tabularasadesign.it)
Il Lomodecalogo é la
sintesi di questo modo di fotografare:
- Porta la tua Lomo ovunque vai, a letto, al Gorky Park, in lavanderia mentre aspetti il tuo bucato, prendi la tua Lomo in mano e ti sembrerà che tutto intorno a te si riempia di vita vibrante.
- Usala sempre giorno e notte, devi essere preparato a scattare foto 24 ore su 24, tieni la tua Lomo sempre a portata di mano.
- La Lomografia non è un'interferenza con la tua vita: é parte di essa e deve diventare una cosa essenziale come mangiare/parlare/camminare/ridere/amare, Lomo è un segno potente che sei vivo.
- Avvicinati il più possibile all'oggetto del desiderio LOMOgrafico, così tutti potranno vedere che lomografare é la cosa più normale di questo mondo.
- Non pensare, scatta! Le prime impressioni sono le più valide, abbi fiducia in te stesso!
- Sii veloce, cogli le sensazioni rapidamente.
- Non preoccuparti in anticipo di quello che rimarrà impresso.
- Non preoccupartene neppure dopo, il risultato sarà solo il miscuglio della tua esperienza lomografica più la fortuna.
- Allenati a mano libera, scatta senza guardare, non é necessario osservare il viewfinder, al contrario " try to shoot from the hip", con occhi chiusi, tenendo la Lomo in alto, in basso, dietro la schiena, per darti più libertà nella scelta delle prospettive.
- E per ultimo ma non meno importante, non badare alle regole !!
I lomografi rimangono all'analogico, il digitale non interessa (in realtà tutti possiendono una macchina digitale ma il vero Amore resta Lomo)
Venduta su sito di Lomography come una macchina da party-boy e party-girl, io trovo la mia Lomo Fisheye2, alias "la Caramella" un giocattolino irresistibile. Mia compagna di avventure, amore di plastica, ha vertiginosamente aumentato il piacere di uscire, passeggiare, osservare, creare.
Ecco qualche scatto rubato alla città di Genova.
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Genova vista dal Santuario Nostra Signora del Monte |
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Genova. Via XX Settembre e Ponte Monumentale |
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Genova. Piazza De Ferrari |
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Genova. Trattoria da Maria con mamma e fratello |
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Teatro Gustavo Modena |
Falling in lo..mo
Have a nice day!
v.
Ottima Lomo-scelta. Io preferisco da sempre l'analogico anche se penso che si dovrebbero usare entrambe le tecnologie proprio perché offrono risposte e tempistiche differenti.
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