Significato del tornare

Bus - Negombo to Kandy - Sri Lanka 2019

Riordinare i vestiti aspettando di fare la lavatrice. La testa che gira perché non ha ancora capito dove sei esattamente e che ore sono. Non ci sono ricette tanto semplici per ritrovar-si di ritorno da un viaggio. Il viaggio è con se stessi e con la propria intimità, abbiamo bisogno di tempo per ri-conoscerci. Il viaggio ci denuda, ci allena a diverse temperature, ci mette nella centrifuga lasciandoci stropicciati e bagnati. Non si può cercare di mettere in ordine, di archiviare qualcosa che resta dentro di noi come un piccolo tesoro che cresce nella nostra coscienza. Quando ci regaliamo un viaggio credo che sia come prendersi per mano, ci si fa un regalo che resta per la vita. Che sia breve o lungo il nostro tempo di permanenza sulla terra, che sia breve o lungo il tragitto del nostro “fare il viaggio” poco importa. È la predisposizione al cambiamento che fa la differenza. Le contraddizioni stridono tra le orecchie e gli occhi, mi impressionano. Non mi sono mai considerata una persona di ampie vedute, esserlo mi costa terribilmente. La fatica dell’accettazione, la paura di essere sempre e comunque vittima della propria-visione-centrica mi rincorre sistematicamente. Il viaggio educa alla tolleranza e alla metamorfosi, alla trasformazione, perché se non ci adattiamo non resistiamo. Ci trasformiamo perché ci sentiamo stupidi a non essere (più) capaci a mangiare con le mani o perché l’Amuchina nello zaino ad un tratto ci sembra totalmente fuori luogo. Corriamo con gli occhi, perché sappiamo esattamente per tutto il tempo che probabilmente mai torneremo più lì e allora ci serve immagazzinare tutto, perché ogni pezzo potrebbe servirci o semplicemente perché arriverà un giorno che avremo voglia di ricordare. Siamo fatti di colore e di gusto, di ricordi olfattivi che si allacciano e non ci lasciano scampo. 
Tornare significa nella sua origine latina “lavorare al tornio” perché il tornio è un attrezzo che funziona girando, il verbo latino indicava il girare, in senso proprio e figurato. E come sempre si tratta di un mestiere di artigianato.
Il ritorno è il modo, l’atto e l’effetto del ritornare, dal punto in ci si era allontanati.  Ed è sull’effetto che mi soffermo. Il pulviscolo che deve tornare a posarsi sulla superficie dopo avere aperto la finestra. Nessun ordine precedente potrà essere ristabilito. Se i pezzi sono rimescolati, le soluzioni saranno alternative.
Nuove soluzioni sono nuove ispirazioni, sono materiale pulsante e cibo gustoso per chi di arte tenta di vivere e raramente accetta mediazioni. 
Nel cuore per sempre mi resterà la frase di una persona per cui lavoro che mi ha detto che la mia assenza da lezione, poiché motivata da un viaggio, non sarebbe stata un problema perché la mia esperienza sarebbe tornata indietro sotto forma di arricchimento per la Scuola e per le persone che mi sono vicine. 
Ora davvero non mi sento più ricca ma so esattamente cosa intendeva. Ora mi importa di vedere dove i pezzi si poseranno sul pavimento come fossero coriandoli, di scoprire se l’angolo da cui guardo il mondo da ora in poi sarà un po’ più luminoso e il campo più lungo. 

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